Papa Francesco, Fratelli tutti - Chiara Amirante

Due capisaldi fondamentali orientano ogni pensiero: la dignità della persona umana e l’importanza dell’essere in relazione come parte costitutiva dell’uomo, capace di realizzarsi pienamente solo in rapporti di autenticità, reciprocità e donazione. La dignità umana, lo sviluppo umano integrale, l’essere in relazione, il dono di sé, che trova culmine nell’amore autentico, sono i pilastri dell’enciclica, ma ci sono tanti altri punti, come ad esempio l’invito a “recuperare la gentilezza”, che ci provocano per una rinnovata vigilanza sul nostro essere autentici cristiani e – prima ancora – uomini e donne capaci di vivere senza mai strumentalizzare e farci strumentalizzare.

Fratelli tutti è una lettera paterna. Come enciclica è una lettera circolare che si rivolge a tutta la Chiesa, ma desidera parlare anche a tutti gli uomini e le donne del mondo per trasmettere l’affetto e la premura di un padre che vuole “invitare tutti ad un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio”. Infatti, soltanto in una “fraternità aperta”, fondata sul principio inalienabile della dignità umana, è possibile sognare e costruire insieme un’altra umanità, che assicuri rispetto reciproco, accoglienza, cura, terra, casa, lavoro e solidarietà a tutti. “La pace duratura – scrive il Papa – è possibile solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità della famiglia umana” (n.127).

Papa Francesco ci ha donato un documento davvero unico.

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